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Oggi è un giorno speciale

Voglio lasciare traccia dei giorni speciali, quelli che arrivano dopo mesi e mesi di attesa, di fatiche, di eventi negli eventi che mutano le giornate e fanno cambiare le cose. Organizzare e poi riorganizzare, sentire i morsi della vita che pizzicano le caviglie e ti fanno voltare all’improvviso. Questi sono i giorni in cui si incrociano tutta una serie di emozioni, in cui tutto torna, in cui ci si rende conto della quantità di tempo che è trascorso. Penso alla vita, che ci riserva momenti gloriosi alternati ad altri meno belli ma tutti indistintamente molto intensi, a consolidare il valore enorme di ogni momento, di ogni istante. In questo momento ho un raggio di sole che arriva dritto sulla mia spalla insieme ad un filo di vento che gonfia leggermente la tenda ed è straordinario ascoltare questo silenzio rotto solo dal cigolio di qualche uccellino di passaggio, occorre donarci alla meraviglia del mondo. Oggi è un giorno speciale, è un giorno essenziale, è un giorno che deve esserci
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In sospensione

Siamo destinati a perderci negli incroci di vitale importanza che si dà alle cose futili ferme al bivio della sospensione tra mito e realtà mentre i colori cambiano naturalmente l'acqua vince la siccità le facce di marmo sopravvivono ai secoli immobili. Invece io non ci riesco, come se niente fosse, a vestirmi di bianco niente c'è stato ma a volte è peggio vivere di se se si sopravvive leggermente sospesi nella realtà che si allontana fuori dalle quattro mura nell'ordine caotico della natura. Ilaria Rucco

Il mondo ha un cancro

Chi è partito per andare a fare il giro del lago di Como e chi è partito, in fuga dalla guerra o da una condizione disperata, per non arrivare mai. E' questo che stamattina mi propone lo schermo piatto del mio pc di ultima generazione frutto del progresso dell'uomo e dell'evoluzione del mondo. Sono stato diversi minuti con gli occhi fissi su quella foto che ritrae tre uomini con tre bambini morti fra le braccia. Quelle foto che non andrebbero mai scattate e mai sbattute su queste maledette piattaforme sociali. Il paradosso di un mondo che nonostante tutto continua ad andare avanti invece di fermarsi e dire basta, è tutto finito, mi fermo qua, è troppo, sono stanco, vecchio. Il mondo dovrebbe morire e con lui anche il suo cancro, quelle cellule che per crescere nel suo organismo stanno divorando le cellule sane. Il mondo ha un cancro non ancora diagnosticato. Ma di cosa abbiamo bisogno ancora, insomma, continuiamo nella più totale indifferenza, ci sentiamo appagati e pri

Signor Passato

Lo sapete, mi piace scrivere. Ho sempre scritto, da piccolo, ho quaderni pieni di vecchio inchiostro indelebile che ha sorretto e condiviso le mie emozioni e inchiostro nuovo che diventerà vecchio. Volevo diventare un cantante e ho scritto canzoni, poi un poeta e ho provato a scrivere poesie: insomma, non ho mai precluso alcuna illusione. Mi sono illuso, ho pensato al mondo, al futuro, alla vita, al vivere, alla sofferenza, alla felicità, all'amore, a tutto. Ho sempre avuto grande nostalgia di un passato che non ho vissuto, nostalgia di un presente che manca. Manca nella sua totalità, nella sua pienezza, con la sua pienezza. Signor Passato, e così, te ne sei andato. Senza chiedere niente, e se qualcuno non era d’accordo? Come me! Sig. Passato, io che con te non c’entro niente, e non ho colpe se vivo in un mondo ormai nulla tenente. Come me! E mi sveglio sempre con te, nella mente Perché forse mi manchi anche se di te, non ho visto niente. E della tua gente, del

Nel tempo però, non siamo tanto cambiati

Sul blog, di diritto, ci vanno tutte le emozioni autentiche, loro hanno la precedenza assoluta. E allora, condividere un grande momento di felicità, che evoca meravigliosi ricordi, mi regala un grande senso di straordinaria pienezza interiore. Sono i sogni di quando eravamo ragazzini di scuola che fanno grande un periodo di vita vissuta, e quando poi ti reincontri dopo quasi vent'anni scoprendo che molti si sono realizzati pensi che sono proprio i sogni a far girare il mondo. E pensi pure che sono passati 16 anni da allora, si, perché prima - almeno io - non ci avevo pensato a fondo ma ora sono più consapevole. Ci si sente sempre un po' bambini, poco cresciuti, sempre con la voglia di vedere la vita con gli occhi di un ragazzo di scuola. Poi invece ci si ritrova grandi, te ne accorgi quasi all'improvviso, con gli anni sulle spalle a ricordarti che quei tempi non ci sono più e devi accontentarti dei soliti ricordi. Non ho ancora ben chiaro se a vent'anni uno ha già capit

Costretti a coltivare aglio, costretti ad una determinata vita nella Cina contemporanea

RACCONTO Il fratello maggiore di Jinju falciava meccanicamente, a un certo punto da sotto il falcetto saltò fuori una lepre grigia. Era piccola come un pugno e aveva due grandi occhi neri come il carbone, correva ma lentamente. Jinju gettò via il falcetto e con due passi le fu sopra. La bestiole terrorizzata si raggomitolò su se stessa appiattendo le orecchie. Jinju si accovacciò e le mise sopra una mano. Quando le sue dita toccarono le orecchie provò una grande tenerezza, erano delicate come petali trasparenti; facendo attenzione a non romperle, la tenne fra le mani a coppa. La sensazione del pelo morbido e tiepido della bestiola sui palmi e il muso che frenetico annusava l'aria la commossero profondamente. - Cerca una corda per legarla, potresti allevarla, - le disse il fratello al suo fianco. Lei si tastò la tasca in cerca di qualcosa che non trovò, allora abbassò lo sguardo a terra senza speranza. Il fratello si sfilò il laccio di una scarpa e in silenzio lo fissò alla z

La cognizione della vita

RACCONTO. Il nonno di Squillo ha avuto lunga vita, 94 anni. Prima, all'epoca, si viveva di poche cose nei piccoli paesini, il ritrovo, spesso, avveniva in esigui locali dove si beveva un bicchiere di vino in compagnia degli amici e si scambiava qualche chiacchiera. Il locale frequentato dal nonno di Squillo era identificato col nome del titolare: “da Luluccio”, che era l’appellativo scherzoso (soprannome) di Raffaele. All'imbrunire si tornava a casa e spesso con un pizzico di  allegria in più; non importava com'era generata l’allegria ma era importante essere allegri, per sorridere di più alla vita non troppo semplice in quei periodi. Squillo era curioso e la sua curiosità, che nei passati tempi era considerato un comportamento negativo e non un semplice desiderio di sapere qualcosa, lo spinse a chiedere al nonno allora novantenne e in piena lucidità mentale, com'era la vita a 90 anni. Cosa si pensava, cosa si provava, come ci si sentiva. Il nonno lo guardò str